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Alla fine della fiera........

in , , , by I Dolci di Pinella, giovedì, luglio 17, 2008
Essere chef exécutif à l'école d'Alain Ducasse non credo sia una robina da poco. E io che mi ero persa la sua esistenza , quella di S.Serveau, fino a poco tempo fa quando, rovistando tra i libri in una libreria a St.Germain de Près, mi sono imbattuta in un fascicolo meraviglioso.
Un'altra ricetta di savoiardi? Ancora una?

Beh! facciamo un po' di outing, tanto come dice il mio maestro, Maurizio Santin, non si vive mica di sole ricette. Anche se poi c'entrano , in un modo o nell'altro.

Cominciai a provare a fare i savoiardi circa 10 anni fa. Era un periodo intenso, doloroso, particolare, magico della mia vita. Scoprii che la lentezza dei movimenti e la cura nel farli mi portava in un'altra dimensione. Contava solo l'attenzione nel prepararli, la cura dei particolari, il desiderio di riuscire nell'impresa di riprodurli esattamente come li avevo nella mia testa.E poi, per poterli ancora fare e rifare e rifare ancora e offrirli per iniziare meglio una mattina forse altrimenti simile a tutte le altre mattine. Si, credo proprio che far assaggiare qualcosa di buono a qualcuno sia in grado di far cambiare la giornata, anche se solo di una virgola.


Man mano che vado avanti nel tempo, è sempre piu' forte e intensa la convinzione che le piccole e piacevoli cose sono come un filo di piccole perle.

E' una idea che ho non solo per i dolci, ma anche per il resto della vita.

Nelle nostre uscite, mamma mi indicava spesso un signore solo che in piazzetta si trascinava lento, silenzioso, a tratti incerto. E mi diceva" Guarda! L'avresti mai detto che era un Direttore temuto, ossequiato, che non ti guardava mai negli occhi oppure ti guardava senza pero' vederti? E forse era meglio cosi". Lei lo diceva con una sorta di pietas compassionevole, sorpresa che un uomo tanto intelligente non avesse capito la vera importanza delle cose. Lei, che tornava dall'ufficio con un sacco di cose da raccontare, impregnata dell'affetto dei colleghi, dei piccoli regali dei pensionati che noi aspettavamo con trepidazione: piccole pastine al cioccolato, ciambelle profumate di limone, cioccolati svizzeri e tedeschi, trasparenti bottiglie di liquori fatti in casa.

Due vite, due modi di viverle.

Mi ha sempre colpito la transitorietà delle cose. Spesso sembrano esserci cose dell'importanza massima e tutto ruota intorno ad esse. Poi basta che alcuni arrivino alla fine dell'attività , di un ciclo e puo' capitare che tutto già non conti piu', si vede vederli entrare nel girone delle persone da lasciare alle spalle, come fantasmi viventi sostituiti da altre figure con gli stessi aspetti , stesse idee, stessi precari e transitori atteggiamenti. E cosi via.

Oppure....
Io ho scelto l' "oppure".
Pensavo a quel Direttore stasera. Pensavo al periodo in cui mi sentivo cosi fiera e forte quando vedevo pubblicato un mio lavoro scientifico. La stessa gioia che mi capita anche ora ma mitigata dalla constatazione che il piu' famoso epatologo al mondo è un essere quasi del tutto sconosciuto al piu' famoso endocrinologo al mondo. A sua volta quasi e forse del tutto sconosciuto al piu' famoso cardiologo al mondo.
In che posizione sono io?
E allora penso allo sguardo di Paolo, ieri sera, in una strada ridente di Cagliari, festosa di colori e di luci, con i dolci di Durke esposti all'ombra tiepida delle case di via Napoli, quando ho aperto una scatola poggiata sul selciato e ho estratto una bavarese di fragole che sognava di mangiare da tempo.
Mia sorella immersa nei suoi tours con maree di turisti francesi a cercarmi e raccomandarmi" La faresti una bavarese a Paolo? Ma di fragole?" Ed io che per magia una l'avevo appena fatta e...
I sentimenti credo siano eterni. Non credo che certe cose abbiano un fine. Si rincorreranno con noi in altri modi, in altre forme.

E intanto, il mio lavoro scientifico è sceso di un altro gradino. E sull'altro, ora libero, si è sistemato lo sguardo di Paolo.
Mi ricorda altri sguardi. Gli sguardi seguiti dai dolci, teneri, ridenti, consolatori, meravigliosamente eterni sorrisi di mia madre.

Mi pare questa, in fondo, la vera fine della fiera.

Continuiamo nella ricerca del savoiardo ideale? Ma si, direi di continuare.




Biscuits à la cuillère di S.Serveau


125 gr di albumi (circa 4)
100 gr di zucchero
Montare gli albumi e aggiungere piano lo zucchero fino ad ottenere una meringa soda.

4 tuorli (circa 80 gr)
Amalgamarli con una frusta e poi aggiungerli a filo alla meringa lavorando dall'alto verso il basso.

Setacciare :

50 gr di farina e50 gr di Maizena (io ho usato fecola di patate)

Unire le polveri all'impasto con molta attenzione mescolando con una spatola dall’alto verso il basso.
Spremere l'impasto con una sac à poche munita di un beccuccio liscio e spolverizzare i biscotti di zucchero semolato. Lasciarli riposare 5 minuti e poi infornare a 165°C con uno spiraglio nel forno creato mediante l’inserimento di un cucchiaio di legno.

Nota: per averli al cioccolato, Serveau consiglia di aggiungere 30 gr di cacao in polvere non
zuccherato alla farina e alla fecola e di setacciare il miscuglio per 2 volte. 

I biscotti della mia infanzia

in , , by I Dolci di Pinella, martedì, luglio 08, 2008
Prendete la ricetta di "Is pistoccus" . Quella scritta un po' piu' in giù. Spolverateli di zucchero semolato invece che zucchero al velo. Vi prego, fatelo.

E poi, ditemi.
Vi piaceranno? Opuure, sono solo i ricordi della mia infanzia che parlano?

Le ciambelle.....le ciambelle!

in , , , , , by I Dolci di Pinella, venerdì, luglio 04, 2008
Ho una passione smisurata per le ciambelle. Quelle sarde, fatte con strutto, farina, scorza di limone. Gira che rigira la ricetta è simile in tutti i paesi della Sardegna. Cambia solo la forma, lo spessore, l'aggiunta di qualche aroma. La presenza di marmellata. Mi piacciono tutte indistintamente. Basta che siano ciambelle.


Facili da fare. Con una sola dose le ciambelline vi sommergeranno e terrano compagnia per qualche settimana.E ogni mattina sarà certamente una gran mattina!



Ciambelline doppie di Ylenia

1 kg di farina
2 bustine di lievito
400 gr di zucchero
350 gr di strutto
6 uova medie
scorza di 2 limoni grattugiati
*se vuoi, un pizzico di cannella
*se vuoi, 2 cucchiai di liquore Strega


Accendere il forno a 175°C.
Setacciare la farina con il lievito per alcune volte. Lavorare brevemente le uova con lo zucchero, aggiungere lo strutto morbido ma non fuso, il limone, gli aromi ed infine la farina. Impastare, tirare la sfoglia e ritagliare le ciambelle con il bordo smerlato in due dimensioni. alle piccole, praticare un buco con un beccuccio da sac à poche. Infornare fino a leggera doratura. Spolverizzare le ciambelline piccole con zucchero al velo vanigliato- Mettere un po' di marmellata sulla ciambella grande, ricoprire con la piccola e se necessario riempire il foro con altra marmellata.

Ciambelle di Carmen


1 kg di farina
2 bustine di lievito
300 gr di zucchero
400 gr di strutto
4 uova
scorza di 2 limoni grattugiati

Accendere il forno a 175°C.La lavorazione è differente dall'altra ricetta. Impastare insieme zucchero, uova, strutto e aromi. Quindi, subito dopo aggiungere la farina setacciata con il lievito. Impastare come per una frolla. Stendere la pasta ad una altezza non inferiore ad 1 cm. Ritagliare le formine prescelte, velare con del tuorlo d'uovo oppure uovo intero. Infornare. ancora caldissime, far rotolare le ciambelle nello zucchero semolato. 

Is pistoccus

in , , by I Dolci di Pinella, giovedì, luglio 03, 2008
Credo sia inutile dire ancora quanto io abbia nel cuore, nella testa, nello stomaco questa ricetta. Ci sono cresciuta insieme. Naturale che non abbia ancora trovato l'esatto sapore del mio passato, ma ...questo è abbastanza ovvio, no?

Ieri sera la città era stordita dal caldo. Avevo appena sfornato due ciambelloni, uno piccolo per la colazione della Stef di Bologna, l'altro per le infermiere del 3° piano che questa settimana mi hanno avuto un po' tra i piedi.

Beh?!? Ho ancora 6 uova. Che fare? Si va a provare la nuova ricetta di "Is pistoccus"?
Naturale che si va. Tanto, il caldo mica passa.


Is pistoccus
(gentilmente concessa dalle mie amiche: Carmen e Rucoletta)

500 gr di farina 00
540 gr albumi
390 gr tuorli
500 gr di zucchero semolato

Procedimento:
Lavorare i tuorli con soli due cucchiai di zucchero semolato e un pizzico di sale fino ad avere un composto montato.
Contemporaneamente montare gli albumi con il restante zucchero e un pizzico di sale.
Unire le due masse versando i tuorli sugli albumi cercando di non smontare la massa. Con una spatola intridere la farina setacciata ripetutamente in modo da renderla impalpabile. Versare l’impasto nella sac à poche con un beccuccio liscio grande e iniziare a tirare i biscotti. Terminato di stendere i biscotti, poco prima di infornare spolverare con lo zucchero al velo. far riposare circa 10 minuti, rispolverare e poi bagnarli con le dita intrise d'acqua. Io ho usato zucchero al velo, ma per un effetto piu’ caramellato si puo’ usare lo zucchero semolato. Infornare a 180 °C con forno ventilato per circa 15 minuti e uno spiraglio aperto, dopo l’ottavo minuto cambiare il verso alle teglie. Controllare comunque la cottura con il colore ambrato. Togliere le teglie e lasciar riposare. 

E' primavera!

in , , , , by I Dolci di Pinella, venerdì, marzo 21, 2008


Bella giornata, oggi. L'ho attesa per cosi tanto tempo, quest'anno. Sembrava non dovesse arrivare mai. E ora è qui.

Va festeggiata con un dolce del passato. Dopotutto, non si può rinunciare alla tradizione, fa parte delle nostre piùclassiche radici. E se è vero che ogni tanto bisogna far entrare un po' d'aria fresca, è bello spesso fare le cose di tanti e tanti anni fa , allo stesso modo.
Beh! anche se non esattamente....l'essenza di questa torta è la stessa di sempre. Solo che io ci ho aggiunto di mio. Ho rivestito la torta di pasta di zucchero e l'ho decorata con fili sottili di crema al burro. Mica si fa cosi in Sardegna. La torta di mandorle si glassa solo con glassa cotta a "punto" e poi si decora con ghiaccia reale.

Ma si, dai, che me lo si conceda, ogni tanto, di variare un po'....

Torta di mandorle sarda


7 uova intere
250 g di zucchero
250 g di farina di mandorle
100 g di farina
limoni grattugiati

Montare le uova intere con lo zucchero finchè il composto diventa soffice e spumoso. Tritare la mandorle in modo da ottenere una farina non finissima, simile a quella usata per l’impasto degli amaretti. Con una spatola aggiungere la farina di mandorle prima unita alla farina e alla scorza grattugiata dei limoni. Imburrare ed infarinare uno stampo di circa 30 cm di diametro e versare il contenuto. Infornare a 140°C per circa 50 minuti. Capovolgere su un ripiano e fare raffreddare. Quindi, velare tutta la superficie di gelatina di albicocche.

Pasta di zucchero di Rossanina

Ammollare 5 g di colla di pesce in 30 ml d’acqua. Quindi a fuoco debolissimo farla sciogliere con grande attenzione, aggiungere 50 g di glucosio e un goccio di vaniglia. Far sciogliere fino ad avere un composto liquido come l’acqua, ma senza far bollire! Setacciare 450 g di zucchero al velo, metterlo dentro la ciotola del robot e aggiungere il liquido ottenuto. Far girare finché si ottiene una palla. Se si vede che l’impasto è duro aggiungere l’acqua a cucchiaini fino ad ottenere una pasta morbida e malleabile. Stenderla su un piano infarinato con amido di mais.Fare attenzione che la superficie del tavolo ed il matterello siano sempre puliti da ogni residuo che può rovinare la levigatezza della vostra pasta.
Stendere la pasta di zucchero sopra la torta e levigarne i bordi con il palmo delle mani. Rifilatela e fate un cordoncino intorno.

Crema al burro di MariaLetizia

250 g di burro morbido
500 g di zucchero al velo setacciato
3-4 cucchiai di latte o panna
estratto di vaniglia

Mettere il burro nel mixer e farlo montare per alcuni minuti. Aggiungere a cucchiai lo zucchero al velo in modo da incorporarlo bene al burro e procedere in tal modo fino ad esaurimento dello zucchero. Lavorare per circa 10 minuti, aggiungere quindi la panna, un cucchiaio alla volta, a velocità moderata.Infine, montare ancora per 5 minuti a velocità massima.

Le ciambelle del mio cuore

in , by I Dolci di Pinella, domenica, febbraio 10, 2008
Eccomi qui. Ci sono arrivata. Quando ho cliccato su questa foto, ho pensato:" Ecco il mio dolce preferito".
Quello che sceglierei tra mille volte mille infiniti dolci.
Ci ho impiegato anni a toglierli dal profondo della memoria, a farli rivivere con esattamente lo stesso sapore del ricordo.
Le ciambelle di Ballao
Ingr:
1 kg di farina
4 uova
400 gr di zucchero
300 gr di strutto
2 bustine di lievito
scorza grattugiata di 2 limoni
zucchero
Lavora insieme tutti gli ingredienti come dovessi fare una frolla. Quindi, in questo caso ti consiglio di setacciare la farina con il lievito, unisci la scorza del limone ( se riesci a toglierli dall'albero, sempre che riesca a trovarne uno!, prima di iniziare a lavorare, otterrai delle ciambelle fantastiche), fai una fontana e unisci lo zucchero, poi sguscia le uova e comincia a unire farina e uova con le dita, quindi lo strutto, ammorbidito prima a temperatura ambiente. Lavora un poco fino ad ottenere una palla. Fai riposare l'impasto in frigo per un po' di tempo; meglio se per un'intera mezza giornata. Metti un velo di farina sulla spianatoia, stendi la frolla ad un'altezza di 1/2 cm, poi ritaglia delle ciambelle a forma di cuore, stella ecc. Rimetti le teglie in frigo prima di cuocere le ciambelle, almeno 30 minuti.Io con il mio forno, faccio cuocere a 180°C ma tu regolati con il tuo. Devi cuocere non piu' di 15 minuti. Non devono essere scure ma solo dorate. Falle rotolare nello zucchero semolato (se non si attacca bene, mettilo sopra e vedrai che tiene!) e falle raffreddare. Queste ciambelle devono essere croccanti.
Puoi anche ritagliare dei tondi e velare uno con della marmellata. Copri con la seconda ciambella forata al centro. Cuoci cosi, senza problemi. Quando è dorata, capovolgila ancora bollente su uno strato di zucchero semolato.

Pabassinas di Muravera

in , by I Dolci di Pinella, sabato, febbraio 09, 2008

Questi biscotti, questi dolcetti, a mio parere, è difficilissimo non facciano evocare immediatamente la Sardegna. Si chiamano cosi perchè nell'impasto è presente in gran quantità "sa pabassa", cioè l'uvetta. Sposata a noci, mandorle, sapa, e una gran quantità di ingredienti genuini e saporiti.

Di modi per farli ne esistono tanti. E differenti a seconda delle zone, dei paesi.
Io faccio spesso questa ricetta, dono di un'amica di Muravera. E cosi le ho chiamate. Poi, vallo a vedere veramente se solo a Muravera le fanno cosi, le pabassine.
Pabassinas di Muravera

350 g di farina
130 g di uvetta rinvenuta e asciugata
100 g di zucchero
50 g di strutto sciolto
1/3 di bicchiere di sapa
1/3 di bicchierino di anice
15 g di semi d'anice
1/2 bustina di lievito
1/3 di bustina di saporita( cannella, chiodi di garofano, anice stellato)
1 uovo
80 g di mandolce e noci frantumate
scorza grattugiata di un'arancia

Lavorate prima l'uovo con lo zucchero, aggiungete lo strutto e tutti gli alimenti liquidi. Quindi impastate con la farina setacciata con il lievito e tutti gli aromi. Per ultimo mettete le mandorle, le noci e l'uvetta intera. Stendete la pasta ad un'altezza di 1/2 cm, ritagliate i dolcetti a forma di rombo e infornate per circa 10-15 minuti a 180°C. Fate un po' raffreddare.
Preparate la glassa.
Un modo semplice è di lavorare lo zucchero al velo ben setacciato con dell'albume fino ad ottenere una massa densa e colante da far aderire come un velo sul dolcetto. Quando inizia a raffreddarsi, decorare con i diavolini colorati, "sa traggera" come si dice in sardo. La vera glassa da usare è quella fatta preparando uno sciroppo di zucchero e acqua e facendolo cuocere "a puntu", cioè fino a 117-118°C di temperatura. Quindi, con un pennello, passare e ripassare lo sciroppo sul biscotto finchè raffreddandosi non conferisce alla pabassina un caratteristico colore bianco panna.

I fruttini

in , by I Dolci di Pinella, venerdì, febbraio 08, 2008

I fruttini sono dei deliziosi e bellissimi dolci sardi. Fanno parte della tradizione sopratutto campidanese, almeno cosi decorati. La mia maestra è la sign.ra Marcellina, di Monserrato, qui ad un tiro di schioppo da Cagliari e da casa mia. E' una maestra di primissimo ordine ed insegnante sopraffina. Quando posso mi ritaglio una manciata di ore e, quaderno in mano, vado a liberare la fantasia. Mercoledi sono nati questi fruttini.
Di mangiarli non ho coraggio. Li conservo per farne dono a qualcuno che mi rende lieva la vita.

Biscuit à la cuillère

in , , , by I Dolci di Pinella, venerdì, febbraio 01, 2008














I francesi li chiamano cosi. In pratica è l'impasto dei savoiardi. Leggendo e rileggendo mi sono imbattuta in questa ricetta. Devo dire che il tipo di preparazione permette di ottenere un impasto soffice ma facilmente lavorabile. Il risultato è garantito, naturalmente occorre seguire fedelmente le procedure delle varie fasi, non aver fretta e....adattare la ricetta alla temperatura del proprio forno.

Con questa ricetta, le mie amiche hanno ottenuto dei savoiardi degni di lode, oltre a morbidissime basi per gustosissimi tirami sù e via discorrendo.


110 gr di farina 00
40 gr di fecola di patate
120 gr di zucchero semolato
4 uova
Scorza grattugiata di un limone
Zucchero al velo


Imburrare ed infarinare 2 teglie rettangolari rivestite di carta forno. Preparare una sac à poche con beccuccio liscio rotondo. Accendere il forno a 165°C ed inserire uno spessore per permettere la fuoriuscita del vapore. Setacciare la farina con la fecola. Separare i tuorli dagli albumi e montarli con 20 gr di zucchero fino ad avere un composto soffice e chiaro. Montare a neve gli albumi e aggiungere gradatamente 100 gr di zucchero. Aggiungere agli albumi montati i tuorli e rimescolare con grande attenzione dall’alto verso il basso. Volendo, si puo’ mescolare una cucchiaiata di albumi ai tuorli , rimescolare con attenzione e versare tutto sui rimanenti albumi. Versare la farina a pioggia, aggiungere la scorza del limone e amalgamare con attenzione. Versare la montata nella sac à poche, spremere dei bastoncini sulla teglia, spolverizzare con abbondante zucchero al velo e far assorbire un paio di minuti. Ripetere l’operazione, far cadere un po’ di goccioline d’acqua con la mano bagnata ed infornare fino a completa doratura.

I savoiardi ....che passione!

in , , , by I Dolci di Pinella, domenica, gennaio 27, 2008


Credo proprio di essermi lasciata prendere completamente dalla pasticceria per il grande desiderio di potermi fare i savoiardi tutte le volte che volevo.

I savoiardi della mia infanzia.

Quelli che mi ricordano mamma, molto giovane, in tailleur Principe di Galles, con le scarpine in vernice nera , a punta, e la borsetta abbinata.
I savoiardi di fine invito, da servire con il caffè, nero e caldo nelle sottili tazzine di porcellana con il bordo dorato.

Di ricette ne ho fatte tante.
Questa è quella che piu' mi ha preso.

Pistoccus de caffei

6 uova
100 g di zucchero
100 g di farina
Scorza grattugiata di limone

Tornata a casa, ho buttato tutto sul tavolo e sono andata a prendermi 6 uova medie dal frigo. Meglio siano a temperatura ambiente perché a Ballao le uova che fanno le galline le mettono in un piatto nella credenza e li stanno. Dopo un pochino ho pesato 100 gr di farina e l'ho setacciata. Quindi ho diviso le uova: i tuorli da una parte con 50 gr di zucchero e gli albumi dall'altra con i restanti 50 gr. Ho sbattuto bene i tuorli finchè erano proprio giallini candidi. Ho aggiunto la scorza grattugiata. Poi ho montato gli albumi con lo zucchero finché sono diventati proprio sodi. Nel frattempo ho preso le teglie per i biscotti , ho sistemato a fianco lo zucchero al velo con un colino in modo che fosse tutto pronto. Ho anche preso una sac à poche con un beccuccio liscio anche se a Ballao usano una cosa fatta con della carta. Ho acceso il forno a 170°C.

Sono pronta.

Ho preso i tuorli e ho aggiunto una cucchiaiata di bianchi, giusto per sciogliere un po' l'impasto.Poi ho alternato la farina con gli albumi girando con la mano aperta. Con attenzione che il composto è delicato.Quindi ho fatto i savoiardi. Li ho innevati con lo zucchero al velo, fatti riposare e di nuovo zucchero. In alcuni ho fatto le perline: mi sono bagnata la mano e, come si faceva a Ballao per inumidire i panni da stirare, ho lasciato cadere delle piccole goccine d'acqua.
Via in forno.
Adesso la temperatura la metto a 160°C. Ci vogliono circa 20 minuti. Tolgo i biscotti ma li lascio raffreddare nelle teglie.
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